Marito cinese con moglie criogenicamente conservata accusato di aver trovato una nuova relazione
La storia racconta Gui Junmin, 57 anni, professionista dell'industria sportiva, e Zhan Wenlian, la prima donna cinese criogenicamente conservata dopo una diagnosi di cancro ai polmoni. Gui ha deciso di crioconservare sua moglie nel 2017, dopo che i medici le avevano dato solo mesi di vita, nel disperato tentativo di non perderla e di sperare che si risvegliasse se una cura per il cancro fosse trovata. Questa decisione ha acceso un vivace dibattito morale sul tema.
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Zhan Wenlian diventa la prima persona criogenicamente conservata in Cina
Zhan Wenlian, 48 anni, divenne la prima persona criogenicamente conservata in Cina dopo che suo marito, Gui, firmò un accordo di 30 anni con l'Istituto di Ricerca sulle Scienze della Vita Yinfeng di Shandong. L'istituto, fondato nel 2015, aveva all'epoca stretto una partnership con l'Ospedale Qilu dell'Università di Shandong per condurre esperimenti di criopreservazione umana, offrendo procedure gratuite ai primi volontari.
Nei due anni successivi all'intervento Gui resta single, poi nel 2020 arriva l'episodio della gotta
Nei due anni successivi all'intervento, Gui fu fermamente impegnato a restare single. Ma nel 2020, ebbe un grave attacco di gotta una mattina e non riuscì a rispondere al telefono. Rimase inerme per due giorni finché i parenti non sfondarono la porta e lo trovarono.
Dibattito pubblico sull'etica della crioconservazione e sul ruolo del partner
Il caso ha acceso un vivace dibattito morale sull'etica della crioconservazione e sul ruolo del partner in una relazione in cui la persona è crioconservata. In Cina, la storia di Gui e Zhan resta un catalizzatore per riflessioni sulla possibilità che una persona possa attendere un futuro risveglio pur mantenendo la propria vita sentimentale e il diritto di formare nuove relazioni.